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Lucio Rosa: “uno dei nostri grandi” (Talk UPAD)

Lucio Rosa: “uno dei nostri grandi” (Talk UPAD)

Da Venezia a Bolzano ricordando: Fabrizio Mori, Piero Angela, Claudio Capone e Adolf Vallazza – intervista testimonianza su oltre 65 anni di carriera tra cinema e fotografia.

Lucio Rosa in un’intervista testimonianza sulla sua produzione cinematografica, racconta la sua evoluzione di fotografo e regista, da quando quindicenne a Venezia girava i primi film in pellicola, fino a giungere alle grandi produzioni documentaristiche in Africa: il continente che gli ha dato la possibilità di esprimere tutta la sua potenza visiva e cinematografica.
Giunge in età matura a Bolzano dove fonda la sua casa di produzione “Studio Film Tv”. Questo il sunto dell’intervista che Rosa ha reso presso gli studi di registrazione di UPAD, la premiére potrà essere vista sul canale Youtube di UPAD in data 5 maggio 2021, alle ore 18.
Il materiale edito di Lucio Rosa è notevole, oltre 250 produzioni tra: documentari, reportage fotografici, programmi televisivi, che hanno ottenuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Nell’intervista rilasciata a Beppe Mora, si cita tra i tanti documentari, ormai entrati nella storia della documentaristica italiana: l’etnografo Fabrizio Mori, che dal 1955 al 1964 organizza una serie di missioni archeologiche nel Tadrart Acacus (Fezzan libico), coinvolgendo negli scavi e nelle ricognizioni diversi specialisti tra cui figura il geologo Angelo Pasa. Inaugura così un tipo di ricerca multidisciplinare i cui esiti hanno consentito di raccogliere dati fondamentali sulla cronologia del popolamento del Sahara centrale, su vari aspetti delle culture preistoriche e protostoriche e in particolare sull'arte rupestre. A Mori, Lucio Rosa ha dedicato un documentario, premiatissimo (Fabrizio Mori, un ricordo), che descrive il lavoro accademico che lo ha portato a raccontare il Sahara, dai 15000 ai 5000 anni da oggi, nell’alternarsi di fasi climatiche violente con il fiorire di civiltà elevatissime, che dettero vita a trasformazioni culturali di decisiva importanza per la nostra specie.
Ma Rosa ricorda anche la voce fuori campo del doppiatore Claudio Capone (scomparso troppo presto, il quale rendeva proprio, ogni documentario al quale prestava la voce), che ha dato “vita” a tanti suoi lavori, che lo fecero apprezzare a Piero Angela nelle mitiche trasmissioni di “Super Quark”, con capolavori quali: “Babinga – piccoli uomini della foresta”; “Ethiopia, Far away along the river”; “Il segno sulla pietra”; “Kebra Negast – Gloria dei Re”; “Rally Paris Dakar”e l’indiscusso capolavoro dedicato alla Mauritania: “Bilad Chinqit, il paese di Chinquetti”, film denso di silenzio e deserto, scandito dal passaggio di uomini e cammelli sferzati dal vento.
L’intervista prosegue raccontando le “avventure” organizzative per spostare le varie troupe nel mondo, composte da decine di persone con al seguito centinaia di kg di materiale, da trasportare per nave o aereo.
I ricordi di Rosa proseguono concentrandosi su uno dei suoi ultimi lavori, al quale è particolarmente affezionato, con protagonista un suo grande amico, Adolf Vallazza: Adolf Vallazza, sciamano del legno antico. Vallazza viene ritratto da Rosa, in un documentario di particolare fascino visivo, in un bianco e nero, che per Rosa è il colore per eccellenza, portandoci nel mondo dello scultore gardenese e delle sue opere in legno, dai totem ai troni che vibrano e vivono.

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